Il Brescia, un club storico del calcio italiano del quale si hanno bellissimi ricordi tra gli anni ’90 e i primi 2000 e che di questi tempi sta tornando sulla cresta dell’onda grazie anche al suo gioiellino sulla mediana, Sandro Tonali. La jersey del club messicano è molto semplice, eppure tanti pezzi vintage sono tra i più rari in assoluto, chiaramente col nome di Butragueño sulla schiena. Maglie di Italia personalizzabili con il tuo nome e numero in immagini. «giocavo come numero nove, però poi il numero nove lo facevo poche volte. Nella stagione successiva il Mantova vinse il girone D qualificandosi al girone finale nel quale si piazzò però solo sesta, mancando la promozione nella massima serie. Giorgio Ferrini e Lido Vieri vinsero l’Europeo 1968, con il primo che fu inserito nell’undici titolare nella finale terminata 1-1 con la Jugoslavia. Giuseppe Dossena venne convocato da Enzo Bearzot (bandiera del Torino da giocatore tra gli anni cinquanta e sessanta) per il mondiale nel 1982 in Spagna: fu il primo calciatore granata a vincere un campionato del mondo (pur non scendendo mai in campo). Seguire il tuo calciatore preferito durante gli alti e i bassi della sua carriera può essere emozionante, entusiasmante e forse persino lucrativo.
Il 19 settembre 2002 il Chievo debutta nel calcio europeo: nel primo turno della Coppa UEFA 2002-2003 affronta gli insidiosi rivali della Stella Rossa, prima a Belgrado terminando la gara sullo 0-0, poi al «Bentegodi» dove i serbi prevalgono con due reti nel secondo tempo. Per il primo anno dei Red Devils senza Cristiano Ronaldo, il Manchester ha proposto due jersey speciali, inedite. Da allora, moltissime squadre si accodarono alla Leonessa, chi anche solo per una volta (Foligno, Arezzo o Pumas oppure, in tempi recenti, Wolfsburg e Anderlecht, per esempio), costruendo attorno alla casacca con la V il loro presente e il loro futuro. Il Torino fu presente anche all’esordio ufficiale della nazionale italiana nel 1910. La commissione tecnica, guidata da Umberto Meazza, convocò a Milano 27 giocatori che vennero divisi in due undici: i «Probabili» e i «Possibili». Il 15 maggio, all’esordio con la Francia, gli azzurri vinsero per 6-2: erano presenti i granata Domenico Capello e Enrico Debernardi. All’Europeo in Polonia ed Ucraina del 2012, terminato con la sconfitta degli azzurri in finale con la Spagna per 4-0, prese parte il granata Angelo Ogbonna. Nel mondiale statunitense del 1994 il terzino granata Roberto Mussi scese in campo agli ottavi con la Nigeria, in semifinale con la Bulgaria e nella sfortunata finale persa ai rigori con il Brasile.
Grassia, Lotito, Si ritorna agli inizi, quando fu subito «Internazionale», pp. Coppa Italia eliminando prima il Matelica, poi il Venezia in trasferta e successivamente il Lecce allo stadio Bottecchia. Bajetti, se con celerità il campo sportivo viene delimitato (pressappoco dove sorge l’attuale stadio). L’11 maggio 1947 al Comunale di Torino Vittorio Pozzo schierò nell’undici titolare azzurro 10 giocatori allora facenti parte del Grande Torino; si trattò della partita della Nazionale italiana con il maggior numero di giocatori in campo provenienti dalla stessa squadra. Al mondiale in Brasile del 2014 furono convocati 3 giocatori del Torino: Ciro Immobile, Alessio Cerci e Matteo Darmian. Dopo la débâcle a Sudafrica 2010, la Germania si presentò al Mondiale brasiliano con un piglio totalmente diverso, debuttando una casacca inedita e minacciosa, bianca, dallo scaglione rosso al centro del petto. La conversione al cristianesimo della popolazione locale risale al IV secolo : il primo centro di culto cristiano, la Pieve della Mitria, risalente al 1039, fu eretto su un precedente edificio dedicato al culto pagano del dio Mitra. Attorno al centro storico federiciano (1233 sopravvivono le vestigia dell’antico sistema difensivo con tratti di mura, torrioni e porte incastonati nei prospetti delle moderne abitazioni.
La squadra parte bene, sulla scia della stagione precedente, ma il tecnico toscano si trova a gestire situazioni difficili, come quella di Cerbone che preferiva andare a giocare in serie A, forte delle 20 segnature nell’annata precedente. Con l’ammodernamento dell’abbigliamento tecnico e con il variare degli sponsor tecnici, la maglia cagliaritana ha subito dagli anni 1980 delle leggere variazioni che comunque non hanno stravolto la sua struttura classica. Negli ultimi anni la Lippman dice di aver letto libri sull’autismo e ritiene tali episodi qualcosa di più che semplici coincidenze. Sicuramente la squadra meno prestigiosa finora, il Celaya ha comunque un qualcosa di cui può fregiarsi solo lei assieme al Real Madrid: l’aver avuto Emilio Butragueño fra le sue fila. Una curiosità: durante gli ultimi due anni della sua carriera in Messico, Butragueño poté ricostruire il mitico tridente d’attacco merengue con Hugo Sánchez e Míchel, anche loro passati al Celaya prima di appendere gli scarpini al chiodo.
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